Migliore caffettiera o moka: guida alla scelta, classifiche, migliori marche di caffettiere e moke, recensioni e prezzi

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La tematica che affronteremo è ampia e dalle mille sfumature. Quando si parla di caffè è come parlare di un’arte e l’arte va rispettata in tutte le sue maggiori forme. Per quanto riguarda quindi quest’oggi, parleremo su grosse linee su tutto quello che c’è da sapere su tale bevanda nota in tutto il mondo e consumata nei modi più disparati e a volte anche piuttosto creativi. Ma non perdiamo altro tempo e cominciamo quest’avventura dai mille aromi.

Quale miscele sono le più usate? Qual è la migliore?

Di varietà di piante ne esistono a bizzeffe ma quelle su cui si concentra la produzione di caffè sono essenzialmente quattro ovvero: Arabica, Robusta, Liberica e Coffea Excelsa. Per quanto possa sembrare strano ad alcuni, cominciamo dallo sfatare un falso mito; il caffè con la massima percentuale di Arabica non è da considerarsi a priori il caffè migliore. Proprio perché, chi si intenderà di caffè saprà che un reale caffè di qualità si determina da un mix di fattori quali: l’annata di produzione, il tipo di raccolta, la zona di provenienza, la modalità di lavorazione, il trasporto. Sono questi dettagli ad incidere sulla qualità della miscela, che sia una Robusta o una Liberica o la più nota Arabica. La scelta della tipologia della miscela ne determina solo il sapore quindi, non la qualità nel suo insieme. Chiarito questo punto addentriamoci ancora di più senza altri indugi.

In base a cosa scegliere la miscela?

Se volessimo cimentarci nella scelta di base del nostro caffè, ovvero la miscela, dovremmo essere consapevoli che andrebbero analizzati ben tre criteri fondamentali:

  • Acidità.
  • Aroma.
  • Sapore.
  

Per definirsi buono, un caffè dovrebbe mantenere un certo equilibrio tra profumo e rotondezza. Non dovrebbe eccedere in acidità e non essere esageratamente amaro, neanche un’eccessiva intensità (per quanto molti la ritengano una prerogativa imprescindibile) è sinonimo di un buon caffè. Tuttavia, si tratta sempre e comunque di fattori soggettivi, e per quanto è importante sapere certi accorgimenti, l’ultima parola sarà data sempre e solo al gusto.

Arabica o Robusta? Qual è da preferirsi?

Il confronto è quasi certo che non avrà mai un vincitore. Ci saranno tali che preferiranno l’una, e altri che ne preferiranno l’altra. Ma cos’hanno di diverso queste due miscele tra le più conosciute al mondo? Scopriamolo:

  • Arabica: Dolce, aromatico, delicato e contiene meno caffeina.
  • Robusta: Legnoso, corposo, intenso e a differenza dell’Arabica contiene molta più caffeina.
  

Il risultato finale, quindi, presenterà delle differenze sostanziali per quanto riguarda la resa in tazza, il gusto e l‘aroma. Che tipi siete? Prediligete sapori più intensi o più delicati?

Scelta la nostra miscela, come bisogna conservarla al meglio? Ecco alcune dritte e cosa non fare.

Se nel selezionare il nostro caffè mettiamo pazienza e cura, i medesimi accorgimenti andrebbero presi anche per conservare il caffè appena dopo l’acquisito. Molte persone sottovalutano questo aspetto, sbagliando. Se volete evitare di sciupare malamente la vostra preziosa miscela scopriamo subito quali sono i migliori metodi di conservazione e cosa evitare.

  • Evitate di acquistare confezioni troppo grandi: Sembrerebbe un aspetto di poco conto ma, il rischio sarebbe quello lasciare il caffè aperto più del dovuto e quindi di permettere una dispersione maggiore degli aromi. 
  • Non comprare caffè vecchio: La freschezza è la priorità essenziale per gustarne al meglio tutte le sfumature, ecco che al massimo andrebbe consumato entro due o tre settimane. 
  • Prediligere il caffè in chicchi: Ebbene, gli amanti del caffè potrebbero trovarsi d’accordo in quanto, il caffè acquistato già macinato, subirà maggiormente il deterioramento rispetto a quello in chicchi macinato sul momento. Se siete cultori e possedete un macina caffè, sappiate che dovrete prendervene cura ripulendolo da cima a fondo e consumare il caffè macinato fresco non oltre i 10 giorni post macinatura.
  

Quale confezione scegliere al supermercato? Busta sottovuoto o barattolo?

Per ciò che concerne una buona conservazione, entrambi i metodi di confezionamento risultano efficienti allo stesso modo. Riguardo alle buste sottovuoto sembrano essere quelle preferite perché più facili da smaltire. Ma se vi state domandando se anche i barattoli garantiscono in fattore di conservazione la risposta è assolutamente sì. La spiegazione sta nel fatto che all’interno dei barattoli vengono inseriti gas inerti meritevoli della giusta conservazione del caffè. Quindi anche in questo caso è solo questione di preferenza in base alla praticità.

Quindi quali sono i nemici del nostro caffè. Cos’è che danneggia la miscela?

Prima di imparare a conservare bene il caffè, bisogna capire da cosa, effettivamente, dobbiamo proteggerlo. Sintetizzando brevemente possiamo affermare che sono:

  1. Umidità.
  2. Luce.
  3. Calore.
  4. Aria.
  

Questi elementi nell’insieme, spiegano perché la confezione del caffè si presenta mai trasparente, il motivo della scritta in riferimento di conservarlo in un luogo buio e asciutto. Chiaramente non è facile prestare attenzione a tutti questi fattori, in quanto ogni qualvolta apriremo la nostra confezione di caffè, l’umidità o l’aria passeranno ugualmente. E in aggiunta va considerata anche la triste possibilità che il nostro caffè, se conservato male, potrebbe contaminarsi con altri aromi e adori (ricordiamo che i chicchi così il caffè macinato, hanno un altissimo valore di porosità, quindi si impregnerà facilmente). Qual è quindi il metodo migliore di conservazione?

Metodi definitivi per conservare al meglio il nostro caffè.

Non disperate, malgrado siano tante le cose a cui prestare attenzione, c’è sempre un buon metodo che può evitare la totale rovina del nostro caffè. Ovviamente gli accorgimento saranno differenti se ci riferiamo al caffè già macinato o a quello in chicchi. Vediamo quindi nel dettaglio per non sbagliare procedimento.

  • Conservazione caffè in chicchi: Preferire un contenitore non troppo grande e possibilmente a chiusura ermetica, così da non farvi passare troppa aria. Scegliete sempre un barattolo scuro, che sfavorisca il contatto con i chicchi alla luce diretta. Posizionate il contenitore all’interno di una credenza che non sia umida e che mantenga una temperatura tra i 15 e i 25 gradi. 
  • Conservazione caffè macinato: Gli accorgimenti di base sono i medesimi di quelli per il caffè in chicchi, tuttavia è bene ricordare che il caffè macinato è maggiormente delicato e l’ideale, sarebbe munirsi di contenitori sottovuoto. Sarà possibile grazie a delle pompe meccaniche o manuali. 

Un altro consiglio che riguarda entrambi i metodi di conservazione è quello di lavare sempre e bene il barattolo ogni qualvolta che il caffè terminerà. L’aroma del vecchio caffè potrebbe compromettere quello del caffè nuovo che andrete a posizionarvi.

Falsi miti da sfatare sulla conservazione del caffè.

A volte capita che si diffondano delle credenze popolari non si sa neanche come. Per quanto riguarda il caffè è importante da sottolinearne due assolutamente controproducenti per la corretta conservazione del caffè. Non mettere per nessun ragione la confezione del caffè in frigorifero o in freezer. Perché? Abbiamo detto che sia i chicchi che il macinato soffrono terribilmente gli sbalzi di temperatura. Soffrono il troppo caldo così come il troppo freddo. Di conseguenza, la conservazione in frigo e il ripetersi costante del “prendi il barattolo” e “riponi il barattolo” favorirà la formazione di condensa all’interno della confezione. Non sarà altro che umidità nociva, quindi evitate. Così come da evitare è l’inserimento di oggetti dentro ai barattoli che si creda favoriscano il mantenimento della giusta umidità. Niente di più errato! Qualsiasi cosa estranea favorirà la contaminazione degli aromi originali.

Sappiamo quale scegliere e come conservarlo. Ma come si prepara un buon caffè?

Se siamo in grado di selezionare la miscela e di conservarla al meglio, ma non siamo capaci di preparare il nostro caffè, non ha molto senso tutto ciò. Ecco che sarà meglio guardare nel dettaglio trucchi e metodi di preparazione per ottenere la massima espressione di gusto della nostra miscela preferita.

Quanti modi esistono per preparare il caffè? Dipende tutto dalla caffettiera.

Diversi, numerosissimi sono i metodi di preparazione, eccone alcuni esempi tra i metodi più utilizzati per fare caffè:

  • Alla Turca.
  • Caffè Arabo.
  • All’Americana.
  • Caffè con caffettiera a Stantuffo.
  • Con Cuccumella o meglio nota “Caffettiera Napoletana”.
  • Moka.
  • Espresso.
  • A filtro.
  • Preparati di caffè solubile.
  

Insomma, sono davvero tanti. Ogni metodo, chiaramente, ha i suoi criteri di preparazione al fine di ottenere il risultato massimo in quanto a qualità finale. Perchè scegliere la miscela all’apparenza migliore, se non affiancata al corretto processo di preparazione, potrebbe rivelarsi un fallimento su tutta la linea. Che siate intenditori o semplici consumatori occasionali, sarà importante eseguire al meglio questa fase fondamentale. Nel dettaglio, analizzeremo la preparazione più comunque e praticata di sempre, con relativi trucchi immancabili per raggiungere un risultato soddisfacente.

Il più comune di tutti, la Moka. Consigli per un caffè al top!

Scegliamo di analizzare questo metodo perchè in Italia, malgrado la diffusione di macchinette automatiche con sistema a cialda o a capsula, continua a persistere l’utilizzo di questo strumento per caffè sinonimo di eccellenza italiana.

10 semplici trucchi per un caffè perfetto pronto da gustare.

Non possiamo dire di saper utilizzare in modo impeccabile la Moka se prima non ci assicuriamo di seguire questi trucchi per ottenere un caffè degno del suo nome. Scopriamoli uno per uno:

  1. Come prima cosa, assicuriamoci di avere a disposizione una miscela di ottima qualità. L’ideale sarebbe macinare sul momento i chicchi di caffè così da garantirci la reale e comprovata freschezza. Tuttavia andrà bene anche un caffè già macinato, purché ben conservato e non troppo vecchio, quindi carico di aromi e profumi da sprigionare al momento giusto.
  2. Se va prestata attenzione alla miscela, andrà ugualmente data alla caffettiera. Siate certi delle condizioni ottimali, occorrerà una Moka pulita, priva di detriti e con i componenti in buono stato. In particolare fate caso alle condizioni della guarnizione in gomma e della valvola di sicurezza.
  3. Fatto ciò, premuratevi di riempire la caldaia della Moka con acqua da bere. Evitate quella del rubinetto, troppo calcarea e aggressiva. Scegliete anche la temperatura ambiente. Scongiurando l’uso di acqua già scaldata o eccessivamente fredda. Importante non oltrepassare la valvola di sicurezza.
  4. Il filtro andrò riempito con una quantità di caffè che non trabocchi in modo eccessivo. Arrivate appena all’orlo, quindi non pressate il caffè, fate in modo di distribuirlo in modo omogeneo ma senza compattarlo. Al massimo fate tre fori con uno stuzzicadenti.
  5. Sarà il momento di accendere il fuoco e poggiarvi su la Moka. Il trucco è di non alzare troppo la fiamma, quindi preferite una fiamma dolce e non violenta. Questo garantirà l’aumentare della temperatura nel vano caldaia in modo graduale.
  6. Un piccolo accorgimento, è quello di lasciare il coperchio della Moka aperto durante il processo di preparazione. Vi sarà utile per controllarne lo stato. Non influenzerà negativamente perciò andate tranquilli.
  7. Malgrado si pensi l’esatto opposto, non è assolutamente consigliabile aspettare di sentire il gorgoglìo della caffettiera. Anzi, il caffè (che già sarà sgorgato abbondantemente dal camino) avrà già concluso la fase ottimale di preparazione ben prima. Quindi premuratevi di togliere la Moka dal fuoco o di spegnere direttamente la fiamma.
  8. Se dimenticate il caffè troppo a lungo sul fuoco e il gorgoglìo avrà persino finito la sua fase, non tenete in considerazione l’idea di bere ugualmente il caffè. Il sapore, con molta probabilità risulterà dai toni amari e dal persistente sentore di bruciato.
  9. Un piccolo segreto che molti dimenticano, è quello di mescolare il caffè all’interno del bricco una volta pronto. Così facendo si aiuta la caffeina e gli aromi a diffondersi in modo omogeneo e questo darà una marcia in più al gusto finale.
  10. Scaldate la tazzina prima di utilizzarla. Basterà tenerla un po’ sotto l’acqua corrente a temperatura alta. Non solo sarà più piacevole, ma favorirà la formazione di una leggera schiumetta.

Un buon caffè merita una giusta tazzina.

Vi siete mai chiesti perché esistano diverse tipologie di tazzine e tazze? Ebbene non è un caso che ce ne siano così tante, in quanto ogni caffè ed ogni preparazione ha la giusta destinazione su tazza. A volte è solo un piacere per gli occhi, altre una vera e propria necessità da non sottovalutare. Innanzitutto è bene sapere che tra i materiali più utilizzati troviamo la porcellana. É un materiale molto resistente e cotto ad altissime temperature. La sua prerogativa è quella di mantenere la temperatura del liquido che vi entrerà a contatto. Di conseguenza, scegliere delle tazzine di questo materiale (per intenderci le tazzine comuni dei bar) garantirà al caffè una temperatura alta per un tempo più lungo, quindi potremmo sorseggiarlo senza foga e senza preoccuparsi che si raffreddi in tempi troppo brevi.

Tazza in vetro o in ceramica? Quale scegliere?

Se le qualità della tazzina in ceramica abbiamo imparato a conoscerle, quali sono invece quelle della tazzina in vetro? Il vetro di per sé non è un elemento noto per un’alta capacità del mantenimento del calore, di conseguenza se puntiamo a questo di certo non farà al caso nostro. Allora perché viene utilizzato ugualmente? Semplicemente può considerarsi una scelta più estetica che funzionale. Per determinate preparazioni, infatti, è preferibile in quanto mostra la diversa stratificazione e quindi ne esalta la bellezza e il caffè cominceremo a gustarlo con gli occhi. Un esempio è come venga servito un classico mocaccino. Raramente troverete un barista che lo servirà su tazza in ceramica, proprio perché la sua stratificazione andrà accertata, contemplata e infine gustata. Scelta finale? Basatevi sulle vostre priorità e non potrete sbagliarvi. 

I leader nel settore. Quando il marchio giusto fa la differenza.

Come accennato poco più su, per quanto sia fondamentale affidarsi ad un tipo di miscela di buona fattura, non possiamo non tenere in considerazione anche la caffettiera he sceglieremo per preparare il nostro caffè. Nel settore specifico esistono molte aziende specializzate e tra le più note produttrici sia di caffè in chicchi e macinati (come Lavazza, Illy; Kimbo, Vergnano, Borbone ed altri) che di caffettiere, e sarebbe impossibile, di queste ultime, non citarne alcune come: Bialetti, Alessi, De Longhi, Ilsa, Ariete ed altre ugualmente famose. Tuttavia non basta essere a conoscenza dei marchi per capire quale caffettiera è meglio acquistare.

Come scegliere la caffettiera migliore?

A questa domanda la risposta da dare è solo una, dipende da come avrete in mente di preparare il caffè. Appurato questo, sarà il caso di tenere in conto alcuni fattori come i materiali migliori di costruzione (spesso sono ritenuti affidabili sia l’acciaio che l’alluminio), la robustezza e la solidità, la resistenza contro l’usura nel tempo. Il giusto mix tra questi fattori sarà già un ottimo punto di partenza.

Conclusioni.

Il mondo del caffè è decisamente ricco di mille sfaccettature, non di certo semplici da conoscere tutte nel dettaglio. I modi di preparazione, le miscele, i metodi di conservazione, la cottura o il giusto modo di servirlo… c’è da perdere la testa. Tuttavia è sempre utile una buona infarinatura perché essendo un alimento così consumato, sarà facile imbatterci prima o poi in contesti dove capiterà di doverlo bere o preparare. Quindi meglio non farci cogliere impreparati a questa evenienza. Sappiamo adesso come riconoscere la qualità di una buona miscela, vari modi per preparare il caffè e a quali marchi affidarci per la scelta della nostra caffettiera di fiducia. Per quanto sia comodo e pratico farsi servire al bar un buon espresso, la soddisfazione di saper preparare un caffè impeccabile potrebbe sempre farvi fare bella figura davanti ai vostri ospiti o procurarvi una bella soddisfazione personale.

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Anthea D'Arrigo

Siciliana laureata in Discipline dello Spettacolo e Comunicazione alla facoltà di Pisa. Appassionata di arte, musica e scrittura. Mi occupo di scenografia cinematografica e nel tempo libero scrivo romanzi in self publiscing. Mi diletto anche nella musica e nella pittura."La vita non sarebbe niente senza un pizzico di arte"

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