Probabilmente, pochissimi di noi conservano nelle proprie case una vecchia caffettiera napoletana, detta anche “cuccumella”: a tutt’oggi, è adoperata solo in alcune zone dell’Italia meridionale.
Questo piccolo grande strumento negli anni è stato dapprima sostituito dalla classica moka, più rapida e di facile utilizzo e poi definitivamente rimpiazzato dalle moderne macchinette per il caffè istantaneo, con cialde e capsule.
Queste ultime, in particolare, sono risultate molto pratiche in piccoli ambienti e negli uffici: occupano poco spazio, non devono essere lavate spesso e non necessitano di fonti di riscaldamento come piastre elettriche o a gas, per poterle utilizzare.
Allora quale valore aggiunto dà preparare il caffè con la vecchia cuccumella?
La cultura del caffè
Originariamente, il consumo del caffè era molto diverso da come lo conosciamo noi oggi: la bevanda al veniva preparata con l’intera bacca raccolta dalla pianta, semplicemente pestata. In un secondo momento, ci si concentrò sul singolo chicco verde contenuto nella bacca, che veniva solamente bollito. Il passo successivo fu quello di tostare e ridurre in polvere i grani tostati utilizzando un mortaio e di fare bollire nell’acqua la polvere ottenuta, aggiungendo miele, aromi o varie spezie.
Per quanto l’Italia, il caffè non è stato sin da subito apprezzato come bevanda: fino a tutto il 1500 il caffè è stato considerato più come un farmaco che come una bevanda. Solo qualche decennio più tardi, a Venezia, venne aperta la prima bottega in cui si serviva questa bevanda dal sapore esotico, che veniva dal Nuovo Mondo. Da allora, divenne sempre più di tendenza la consumazione del caffè nelle tradizionali salette, luoghi d’incontro e di condivisione di questo piacevole decotto.
La storia della cuccumella e la preparazione in casa del caffè
Fino al 1800, la consumazione del caffè nelle botteghe offriva un prodotto migliore che quello domestico. Nel 1819 fu inventata la caffettiera napoletana, che ha consentito di consumare un buon caffè anche nelle case, oltreché nelle caffetterie.
Precisamente la cuccuma, al contrario di quanto possiamo pensare, non ha origini italiane o napoletane, bensì francesi: nonostante la sua denominazione e la diffusione, la caffettiera napoletana è stata importata nei territori partenopei dai nostri cugini d’oltralpe, i quali già da tempo s’ingegnavano sui modi per rendere la bevanda il più possibile piacevole.
Ieri come oggi, la caffettiera napoletana ha conservato la sua caratteristica principale, cioè lo sfruttamento di un calore dolce per scaldare l’acqua che arriva al chicco macinato.
In realtà, il procedimento per la preparazione del caffè con la cuccuma, è più facile a farsi che a dirsi. La macchinetta è composta da due serbatoi cilindrici, posti l’uno sull’altro e separati da un filtro nel quale s’inserisce la polvere di caffè. Il serbatoio inferiore serve per l’acqua: raggiunta la temperatura dell’ebollizione, la caffettiera viene tolta dal fuoco e messa sottosopra. Il serbatoio dell’acqua viene così a trovarsi sopra quello che raccoglie il caffè: l’acqua scende per effetto della forza di gravità e passa attraverso il serbatoio del caffè, attraversando il filtro col caffè, estraendone essenze ed aromi.
I modelli di “cuccuma”: prezzi, vantaggi e svantaggi
Probabilmente uno dei modelli più venduti, è la caffettiera napoletana in acciaio. Funzionante, pratica e dal costo accessibile. I modelli si aggirano a seconda delle marche dai 30,00€ in su.
Un vantaggio fondamentale di questo modello risiede nel fatto che l’acciaio, al contrario dell’alluminio, non rilascia sostanze nell’acqua utilizzata per a preparazione della bevanda: oltre a non alterarne il gusto, il caffè non si carica di alluminio.
Altro fattore da non sottovalutare è la praticità, poiché l’acciaio può essere utilizzato su tutte le superfici a gas, in vetroceramica o a induzione, senza particolari problemi.
Infine, bisogna considerare l’estetica: la linea sobria e il colore classico dell’acciaio, rendono il prodotto anche piacevole alla vista, senza essere un oggetto troppo impegnativo.
Il modello di caffettiera in rame rappresenta un prodotto veramente unico, ottimo sia come idea regalo sia come oggetto da aggiungere ad una collezione. Il prezzo è decisamente più alto dell’acciaio: 40,00€ costituiscono un buon riferimento per l’acquirente.
Il prezzo non è esattamente in linea con le caffettiere di acciaio o di alluminio, ma avere una caffettiera in rame in casa, che stia in cucina pronta all’uso o in salotto ben lucidata appoggiata su una consolle, è sempre una buona scelta.
Proseguendo nella disamina delle tipologie di caffettiere, è d’obbligo citare la macchinetta in alluminio.
Questo prodotto, riesce ad imporsi bene sul mercato e le motivazioni sono ovvie. In primo luogo, il consumatore riesce a risparmiare sul costo di acquisto: il costo di una cuccumella in alluminio si aggira intorno ai 15,00€. In secondo luogo, la si può acquistare in un qualsiasi supermercato fornito. E per ultimo, un altro aspetto da tenere in considerazione è il peso, dato che la macchinetta costruita con questo materiale è effettivamente molto leggera.
D’altro canto, gli svantaggi di un prodotto meno caro si manifestano in fretta.
Come anticipato, una delle caratteristiche dell’alluminio è che tende ad alterare il gusto del caffè. Inoltre, la minore resistenza materica rispetto all’acciaio inossidabile è evidente. L’alluminio perde di lucentezza, tende ad ammaccarsi, si opacizza. Infine, come accade spesso per i modelli più economici, se il manico non è ben saldato, le operazioni di mescita della bevanda sono un po’ più difficili e c’è il rischio di scottarsi.
Esistono infine delle varianti in porcellana e ceramica, dei veri capolavori, che assolvono una funzione puramente estetica e che sono oggetti esclusivi nel loro genere.
Il gusto del caffè con la caffettiera napoletana
Sorprenderà sapere che l’International Coffe Organization classificando i dieci paesi con il più alto consumo di caffè nel mondo, non pone al primo posto l’Italia o il Brasile, bensì la Finlandia, con un consumo di 12 kg pro capite all’anno di caffè.
Dunque, non siamo consumatori di grandi quantità di caffè. Ma siamo decisamente consumatori selettivi.
Precisamente, sappiamo apprezzare il saper far bene il caffè.
Dunque, nella realizzazione casalinga del vero caffè alla napoletana con una cuccuma invece che con una moka, la prima e decisiva caratteristica risiede nel sapore e nell’aroma.
Ad un primo sorso, il caffè risulta meno bruciato o, come dicono i puristi, più rotondo. Tutto ciò probabilmente risulta dal fatto che l’ultima parte di acqua che attraversa il caffè passa ad una temperatura più bassa che con la moka, perciò il sapore del caffè risulta meno tostato. L’aroma è meno penetrante, il gusto è più delicato.
Inoltre, la polvere che deve essere utilizzata per la caffettiera napoletana ha una grana più grossa e, di conseguenza, riesce ad essere filtrata con maggiore efficacia.
Il risultato è un caffè limpido, con poco sedimento, per niente sabbioso, sufficientemente aromatico e dal sapore delicato.
Unico neo: con la caffettiera napoletana, il caffè rischia di raffreddarsi prima di essere servito. Per evitare quest’inconveniente una volta spento il fuoco, mentre viene filtrato il caffè, tenete la macchinetta a bagno maria nell’acqua calda.
In conclusione dunque, la maggior parte dei consumatori che si approccia alla preparazione del caffè con questo prodotto, la definisce un’esperienza piacevole, che richiede giusto un poco di pratica.